Stress, engagement e performance: il giusto equilibrio

I lavoratori sono sempre più stressati e meno ingaggiati: lo dicono diverse ricerche.
Ne cito una autorevole: il Report 2022 di Gallup, State of the global workplace dove l’Italia figura tra i Paesi europei in cui i lavoratori si sentono più stressati ed è l’ultimo Paese per livello di engagement.
Stress e engagement sono due elementi importanti di quella che io definisco la formula delle performance.

Meno stress e più engagement: questa è la formula d’oro delle performance? Non è proprio così.
Stress ed engagement sono due elementi che dobbiamo conoscere bene e dosare nel modo giusto per raggiungere livelli di performance elevati e sostenibili.

 

Non tutto lo stress viene per nuocere

Sia chiaro: non esiste un lavoro senza stress. Lo stress è inevitabile e, anzi, posso dire che è anche necessario per la crescita delle persone oltre che delle organizzazioni. Ogni cambiamento e crescita comporta sempre una dose di stress.
Anche se la parola stress viene solitamente associata ad uno stato di affaticamento e di malessere, esistono diverse gradazioni di stress che vanno dall’eustress (stress positivo) al distress (stress negativo).

Lo stress, in termini più generali, è la risposta del nostro organismo alla rottura di un equilibrio, è una forma di adattamento ad una situazione nuova o inaspettata. E la risposta può variare da individuo ad individuo.
Pensiamo ad una situazione inaspettata e difficile come la pandemia.
La ricerca di Gallup che ho già citato dice che durante la pandemia il livello di stress ha raggiunto picchi storici. Persone e aziende hanno dovuto ridefinire strategie e abitudini. Alcune aziende sono fallite e molte persone hanno perso il posto di lavoro, ma ci sono anche aziende che hanno ridefinito il proprio modello di business e hanno raggiunto risultati imprevedibili, ci sono persone che hanno deciso di riqualificarsi e hanno trovato un lavoro più coerente con le proprie motivazioni. Durante il lockdown anche noi di GNV Group abbiamo dovuto sviluppare nuove competenze di remote working, abbiamo imparato a usare meglio le piattaforme di meeting online e webinar… Tutto questo ci ha portato a organizzare il nostro lavoro in modo più ibrido e a sfruttare gli strumenti digitali più di quanto abbiamo fatto in passato per fare di più in meno tempo.
Insomma la giusta dose di stress ci aiuta a crescere ed evolvere. La giusta dose di stress è presente nelle persone con un alto livello di engagement.

 

Ingaggiati e positivamente stressati

Engagement è una parola che il mondo HR ha mutuato dal marketing e viene tradotta con coinvolgimento.
L’employee engagement è il livello di coinvolgimento e impegno delle persone all’interno della propria azienda.
Le persone engaged o ingaggiate sono motivate, responsabili, consapevoli di sé e del proprio ruolo. Hanno un forte senso di appartenenza all’azienda e sono più fedeli. Sono le persone che investono più energie nel proprio lavoro e rendono di più. Sono, come ho già detto, positivamente stressati perché si mettono in gioco di più e si impegnano per raggiungere gli obiettivi assegnati.
Sempre una ricerca di Gallup del 2020 ha rilevato che nelle aziende dove aumenta il tasso di engagement la produttività aumenta del 21%, la profittabilità cresce del 22%, il rischio di commettere errori cala del 60%.

 

Dal falso engagement al distress il passo è breve

Hai visto il film Tutta la vita davanti? Racconta le vicende di una ragazza che lavora in un call center di un’azienda che vende elettrodomestici molto costosi. In questa azienda si usano tecniche di engagement che vanno dai messaggi mattutini sul cellulare, alle canzoncine motivazionali, dalle premiazioni con gadget alle riunioni shock alla fine di ogni mese dove si esaltano i top performer e si umiliano i meno performanti.
Anche se in modo un po’ estremo questo film mostra gli effetti boomerang di un approccio push all’engagement che non è molto distante da quello usato in alcune aziende. Come si mostra nel film questo approccio porta alcune persone a bruciarsi, passando in poco tempo da uno stato di forte motivazione a forme di distress anche gravi con conseguenze negative sulle performance ma soprattutto sulla salute mentale e fisica.

 

Si parte dalla consapevolezza

Prima ho parlato di “giusto livello di stress” associato all’engagement. Come si raggiunge e mantiene il giusto livello? Il primo passo è la consapevolezza.
A livello personale la consapevolezza di sé, dei propri punti di forza e debolezza, delle proprie emozioni è la prima dimensione dell’intelligenza emotiva che è la base per sviluppare la capacità di autoregolazione, ovvero di gestione delle emozioni (seconda dimensione dell’intelligenza emotiva).
La consapevolezza è ciò che motiva e permette anche di scegliere l’azienda e il lavoro in cui si avranno più chances di soddisfare quelle motivazioni e quindi di avere un alto livello di engagement e sentirsi soddisfatti.
A livello aziendale la consapevolezza di quale sia il livello di engagement del personale, quale sia il livello di stress, quali siano gli stressor negativi è fondamentale per definire delle strategie HR efficaci.
La consapevolezza e comunicazione dei valori aziendali consente di attrarre le persone che saranno più facilmente engaged.
Da quando ho fondato GNV Group ho testato e sviluppato con il mio team una serie di strumenti per misurare in modo oggettivo le competenze delle persone, il livello di stress e di engagement per aiutare persone e aziende a raggiungere elevati livelli di performance in modo sostenibile, insomma per essere più performanti e felici.
Nel prossimo articolo approfondiremo gli ingredienti della formula della performance sostenibile.

Nino Vitolla

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