Come è possibile definire strategie e programmare azioni a lungo termine nell’era dell’incertezza?
È una domanda che mi pongono spesso gli imprenditori.
Negli ultimi anni le aziende hanno dovuto rivedere più volte le loro analisi SWOT per i continui cambiamenti (a volte imprevedibili) del contesto politico, economico, sociale, tecnologico e ambientale. Quelle che all’inizio sembravano delle opportunità non si sono rivelate tali, anzi, in alcuni casi sono diventate minacce o ostacoli. Altre minacce sono apparse all’improvviso trasformandosi in veri e propri baratri per molte aziende.
Una delle minacce principali nel 2023 (già sentita nel 2022) è la scarsità di risorse. Quando si parla di risorse si pensa immediatamente alle fonti di energia o alle risorse economiche, ma in molti settori da anni c’è anche la scarsità di risorse umane.
Molte aziende fanno fatica a trovare personale con le giuste competenze. Questo fenomeno, chiamato skill shortage, è una minaccia che riguarda aziende di diverse dimensioni anche se le piccole imprese fanno più fatica a vincere la guerra dei talenti. E se consideriamo che più del 90% delle imprese italiane ha meno di 50 dipendenti possiamo capire quanto questo problema sia diffuso.
Quali sono le competenze più difficili da trovare?
Lo skill shortage riguarda in primo luogo le competenze ICT. Alcuni nostri clienti che operano nei settori del cloud computing, big data e cybersecurity ci hanno confermato la difficoltà di reperire persone con competenze tecniche verticali.
Le indagini condotte dalle più note società di recruitment dicono che tra le figure più difficili da trovare ci sono anche quelle che operano nell’area marketing & sales. In passato il marketing e le vendite erano due divisioni nel senso anche letterale del termine. Erano divise, separate, in alcuni casi facevano anche fatica a comunicare, ma il digitale ha imposto a queste due aree di evolvere e far parte di un unico processo. Chi si occupa di marketing deve avere un forte orientamento alle vendite e i venditori devono avere anche delle competenze basic di digital marketing.
Da anni sento la stessa frase: “Facciamo fatica a trovare dei bravi venditori!”
Quelli che in passato erano i top perfomer delle vendite sono andati in pensione, oppure fanno più fatica a ottenere dei risultati se non hanno sviluppato nuove competenze per vendere. E non mi riferisco solo alle competenze digitali e di social selling. Mi riferisco anche alle competenze soft: competenze relazionali come la negoziazione, competenze di pensiero come la creatività e il problem solving, competenze realizzative come l’orientamento al risultato e competenze di efficacia personale come la gestione dell’incertezza.
Saper gestire l’incertezza
“Jorge Wagensberg ha scritto:
“Per essere felici il futuro deve essere incerto”.
La consapevolezza di vivere nell’era dell’incertezza e la capacità di gestirla sono fondamentali soprattutto per chi opera nell’area delle vendite e chi ricopre ruoli dirigenziali.
Nelle aziende non c’è più posto per “Schönwettersegler”, termine tedesco che sta per “marinai del bel tempo”.
Oggi servono marinai capaci di cambiare la rotta quando è necessario, seguire il vento e cavalcare le onde meglio della concorrenza. Tutto questo richiede la capacità di leggere il contesto e un alto livello di intelligenza emotiva: la capacità di gestire le emozioni e influenzare positivamente quelle altrui. Questo vale soprattutto per chi ha il compito di guidare le aziende anche in mercati turbolenti.
Chi ha puntato sull’asset umano e ha ottenuto risultati straordinari
Nel 2022 ho avuto il piacere di festeggiare i 10 anni di collaborazione con un nostro cliente storico, Eurotherm, che vanta migliaia di impianti radianti realizzati, tra cui prestigiose referenze in Italia e all’estero. Un’azienda fondata nel 1984 come piccola impresa famigliare e oggi parte di un Gruppo E-Group, nato dall’associazione di Eurotherm con le sue business unit (Eureca ed Eurass) ed Enetec, con numerose società operanti in campi specifici e dislocate in diversi Paesi. Questa crescita è avvenuta soprattutto negli ultimi anni grazie alla lungimiranza del suo CEO, Christian Pezzei e del team dirigenziale che hanno saputo leggere i trend e cavalcare il cambiamento con marinai ben preparati e sempre in evoluzione.
I risultati raggiunti da E-Group sono il ritorno dell’investimento fatto sull’asset più importante, le persone per sviluppare competenze hard e soft necessari per raggiungere gli obiettivi di crescita.